La moda va avanti, nonostante tutto. Da poco si è conclusa MILANO FASHION WEEK e subito di seguito è partita la PARIS FASHION WEEK, tuttora in corso fino all’8 marzo. Nel mentre è scoppiata la guerra in Ucraina.
L’invasione delle truppe russe in Ucraina è iniziata infatti proprio in concomitanza delle sfilate milanesi dedicate alla donna A/I 2022-2023. Si protrae ormai, purtroppo da più di una settimana con conseguenze tragicamente ovvie, ma la moda prosegue.
La moda certo è un’industria e, come tale, e poi soprattutto dopo due anni di blocco o quasi, dovuto alla pandemia, deve andare avanti perché, si sa, è una risorsa non da poco. La Russia poi costituisce un cliente importantissimo soprattutto nel settore lusso: settimo paese al mondo per le esportazioni moda donna made in Italy. Un rapporto commerciale che coinvolge più di 11mila aziende. Ciò detto, le polemiche non sono mancate: la presa di posizione sul conflitto da parte dei grandi brand è stata giudicata debole.
Certo, chi se l’aspettava…La notizia della guerra è arrivata all’improvviso, la macchina/moda era già in corsa e non si è fermata. Disorientamento ovviamente, preoccupazione e senso di precarietà ed ecco che le iniziative di reazione ai nuovi terribili accadimenti sono state più che altro personali.
Tra gli ospiti alla sfilata Max Mara, appare un cartello che recita: “No war in Ukraine”. Prima dello show di Prada, alcuni ospiti sventolano la bandiera ucraina o hanno le guance dipinte con i colori del paese colpito. Altri cartelli a supporto dell’Ucraina appaiono anche all’ingresso della sfilata Gucci: tra questi uno recita: “Cut Russia from Swift”, ossia “tagliate fuori la Russia dallo Swift”, il sistema globale di pagamenti dal quale l’Occidente ha poi di fatto escluso la Russia per danneggiarne gli interessi economici. Il direttore creativo del brand, Alessandro Michele, lancia il suo messaggio di pace sul suo profilo Instagram traducendo in inglese la poesia di Gianni Rodari: “Ci sono cose da non fare mai, né di giorno, né di notte, né per mare, né per terra: per esempio, la guerra”.
Anche Elisabetta Franchi si esprime sui social al riguardo pubblicando una foto del backstage della sfilata insieme a modelle di varia nazionalità e scrivendo: “In questo backstage ci sono donne da tutto il mondo, tutte insieme senza confini. Questo è il mondo che vorrei. No alla guerra”. E, sempre sui social si esprime anche Remo Ruffini, amministratore delegato di Moncler.
Sul tema della guerra in Ucraina interviene poi Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda italiana, che dice: “Siamo tristi e costernati ma purtroppo dobbiamo andare avanti, non possiamo dimenticare un milione e 200mila addetti che in Italia lavorano per la moda”. E aggiunge: “Siamo preoccupati perché la guerra porterà non solo problemi diretti nei rapporti con la Russia ma un ulteriore rincaro dell’energia”. “E tutto questo”, conclude, “è il risultato della stoltezza umana: noi come sistema moda diciamo che bisogna recuperare valori come l’accettazione dell’altro e del diverso da sé”.
A parte messaggi seppur sinceri, ma sporadici e di scarso valore simbolico, l’unica luce nel buio, l’unico rumore politico se vogliamo, arriva da re Giorgio Armani, che decide di usare il silenzio durante la sua sfilata eliminando la musica. “La mia decisione di non usare nessun tipo di musica è stata presa in segno di rispetto per tutte le persone coinvolte nella tragedia in corso in Ucraina. La cosa migliore è dare il segnale che non vogliamo festeggiare perché qualcosa intorno a noi ci disturba molto”, ha dichiarato.
In questo clima di tensione e preoccupazione, la Milano Fashion Week volge al termine, ma subito segue la settimana della Haute Couture parigina dedicata sempre alla donna A/I 2022-2023. Ad aprire le danze è il brand Vaquera, seguito da Weinsanto e da Off/White. Il calendario è fitto di eventi e appuntamenti. Sono 45 le Maison che hanno scelto il défilé in presenza, da Louis Vuitton a Chanel a Dior a Saint Laurent: nello schedule ufficiale della Fédération de la Haute Couture et de la Mode, 95 brand, con 37 presentazioni e 13 eventi solo digitali.
Anche l’Italia prenderà parte alla kermesse parigina: Valentino sarà presente il 6 marzo, mentre Giambattista Valli e Miu Miu sfileranno rispettivamente il 7 e l’8 marzo. Tutto scorre e l’industria-moda non si ferma….come si dice “The show must go on!”. Speriamo bene, aggiungerei!
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