HERMÈS – DIETRO LE QUINTE

mostra: hermès dietro le quinte

In questi giorni (8-16 marzo), al Museo dell’Ara Pacis di Roma, Hermès, il colosso della moda francese, svela i suoi segreti (o almeno buona parte di essi) al grande pubblico con una mostra/incontro con i suoi artigiani di punta.

Dietro ai loro banchi, come fossero nelle usines francesi, ci mostrano il meticoloso e prezioso lavoro che caratterizza ogni singolo oggetto e che è garante dell’altissima qualità distintiva della famosa e antica maison.

Fondata nel 1837 dal sellaio Thierry Hermès, l’azienda era in origine specializzata nella produzione di bardature, selle ed altre attrezzature per l’equitazione.

Sarà Emile-Maurice Hermès, nipote di Thierry, ad ampliare il repertorio del marchio, creando il primo prodotto paragonabile ad una borsa: un contenitore per portare equipaggiamenti da cavallo, molto apprezzato dai clienti da essere usato anche come valigia. Negli anni ’20 avviene il grande cambiamento: Hermès introduce abbigliamento maschile e femminile, la produzione di orologi, gioielli, accessori sportivi e arredi e comincia a varcare i confini francesi ponendo così le basi dell’azienda che conosciamo oggi.

Durante gli anni ’30 vengono disegnati alcuni prodotti iconici che porteranno la maison a conquistare il mondo intero! La celebre cintura creata ispirandosi ai collari per cani del tempo; nel 1935 la Sac à dèpeches, ribattezzata Kelly nel 1956 in onore della principessa Grace Kelly, immortalata in un famoso scatto che la ritrae mentre nasconde le prime forme della sua gravidanza con la borsa Hermès. E che dire dei foulard, i celebri carré Hermès! Nel 1937 viene creato il famoso Jeu des Omnibus et Dames Blanches, in twill di seta, disegnato da Hugo Grygkar. In particolare questo disegno, appartenente appunto al primo foulard di successo della maison, è stato celebrato due anni fa, nel 2017, a 80 anni dalla sua creazione, con una rivisitazione da parte di un sapiente disegnatore italiano Gianpaolo Pagni.

Agli anni ’80 risale la creazione dell’altra borsa iconica, la Birkin, che è anche uno dei best seller di Hermès. Il nome lo dobbiamo a Jane Mallory Birkin, attrice e cantante inglese, che durante un volo Parigi Londra, viaggiava accanto a Jean Louis Dumas, allora stilista della maison e che poi ne divenne presidente. L’attrice si lamentò del fatto che non ci fosse in commercio una borsa capace di contenere tutti i suoi fogli. Dumas decise di prendere in prestito la borsa dell’attrice e dopo qualche giorno gliela restituì in un formato più grande e con l’aggiunta di una tasca. Nasce così la Birkin di Hermès, realizzazione di un sogno della donna contemporanea.

La mostra all’Ara Pacis ci introduce dritti al cœur della maison, ossia al savoir-faire dei suoi artigiani, dalla grande professionalità e passione.

Un percorso articolato in dieci moduli, ognuno dedicato ad un singolo mestiere (o meglio vera e propria arte), ci mostra come le mani sapienti trasformino la materia. Scopriamo così che per la realizzazione della mitica Kelly, cucita a mano con due aghi uniti da un solo filo, occorrono circa 20 ore di lavoro, che poi variano a seconda delle dimensioni e del pellame. Oppure il vero e proprio studio che c’è dietro  alla realizzazione di una sella Hermès: un tecnico specializzato segue fantino e cavallo per una giornata intera, prendendo le misure e rintracciando tutte le abitudini di entrambi per consegnare alla fine un prodotto personalizzato in ogni dettaglio!

Ma l’esperienza più affascinante è sicuramente l’incontro con gli artigiani che realizzano l’iconico carré. Un perfetto quadrato di 90cm x 90cm, per la cui lavorazione ci vogliono dai due ai tre anni, infinite prove e 4 chilometri di seta purissima che viene interamente prodotta dalla maison stessa, a partire dai bozzoli dei bachi. Il primo carré Hermès, come abbiamo detto, risale al 1937 ed è intitolato Jeu des Omnibus et Dames Blanches. Da allora, ogni anno vengono presentati 20 nuovi disegni ed ogni disegno è presente in 10/15 varianti cromatiche differenti. Dagli animali, ai paesaggi, alle stagioni, colori e sensazioni, il gioco (tema del primo carré riproposto nel 2017 in occasione dell’anniversario degli 80 anni dalla sua creazione), fino ad arrivare all’odierno tema, il sogno.

Ma come viene realizzata questa piccola opera d’arte? Una volta deciso il disegno, questo viene passato all’incisore che lo scompone in quadri di colore; ad ogni quadro corrisponde la sua tonalità, così i quadri vengono minuziosamente sovrapposti fino a formare il disegno; si è arrivati ad un massimo di 46 quadri sovrapposti per un singolo carré. Da qui il progetto passa allo stampatore che deve scegliere tra ben 75.000 tonalità e possono occorrere anche 50 prove prima di arrivare alla scelta definitiva. Tutto ciò avviene su un rotolo di seta fissato su un tavolo che, nello stabilimento Hermès di Lione (dedicato esclusivamente alla produzione dei foulard) misura oltre 100 metri, sul quale vengono realizzati altrettanti carré ogni volta. Qui a Roma, per la dimostrazione alla quale assistiamo, il tavolo è ovviamente di dimensioni molto ridotte (circa 2 metri per realizzare 2 carré). Su detto tavolo vengono appoggiati i quadri di ogni tonalità in modo che il colore, di consistenza pastosa, possa essere totalmente assorbito dal tessuto. Viene quindi asciugato, fissato ed apprettato in modo da garantirgli quella luminosità che lo contraddistingue. Infine l’orlo: viene arrotolato dalle sapienti mani delle artigiane, così sapienti, ci dicono, che sarebbero capaci di arrotolare ad occhi chiusi!

Siamo così arrivati alla fine, ma attenzione, prima del confezionamento all’interno della famosa scatola color arancio, il foulard deve passare all’ultimo e rigidissimo controllo qualità da parte di alcune addette (si tratta esclusivamente di donne!). La più piccola imperfezione, anche impercettibile, non sarà ammessa ed il carré non sarà giudicato idoneo per essere venduto in boutique, verrà quindi riciclato. E questo a riprova del fatto che Hermès, prima di essere una maison del lusso è una maison di qualità! A tal proposito segnaliamo che i tre requisiti di un vero foulard Hermès sono: titolo del carré, firma Hermès e copyright.

Ma qual è il segreto di questa grande azienda giunta a quasi due secoli di attività più in forma che mai?! Sicuramente bisogna ribadire l’ossessiva attenzione alla qualità ed il motto della maison che è quello di appartenere al passato guardando al futuro, ma forse più di tutto il fatto di essere ancora, dopo tanti anni, un’azienda di famiglia, giunta ormai alla sesta generazione e che ha la consapevolezza, ma sente anche la responsabilità di ciò che ha significato il nome Hermès, fin dal suo primo fondatore, Thierry.

 

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